Ristrutturazione delle imprese e armonizzazione del diritto fallimentare europea: proposta di direttiva della Commissione Europea del 22 novembre 2016

La Commissione ha presentato una nuova proposta di Direttiva (2016/0359) sulla ristrutturazione preventiva delle imprese e sulla concessione di una seconda opportunità agli imprenditori, prevedendo misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure di ristrutturazione all’interno dell`Unione Europea al fine di agevolare la sopravvivenza delle imprese solide e migliorare il funzionamento del mercato interno.

La direttiva soddisfa le attese degli operatori del settore proponendo un nuovo approccio alle situazioni di crisi aziendale con la promozione di una ristrutturazione preventiva in tempi brevi al fine di sostenere la crescita e tutelare i posti di lavoro. La direttiva sarà uno strumento di fondamentale importanza per le imprese in crisi, consentendo alle stesse di agire tempestivamente nella ristrutturazione al fine di evitare il fallimento e il licenziamento del personale garantendo agli imprenditori una seconda opportunità di fare impresa dopo un fallimento. La commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, Vĕra Jourová, ha dichiarato: “Ogni anno nell’UE falliscono 200 000 imprese; il che si traduce in 1,7 milioni i posti di lavoro persi. Ciò potrebbe spesso essere evitato se avessimo procedure più efficaci in materia di insolvenza e ristrutturazione. È giunto il momento di dare agli imprenditori una seconda opportunità di avviare un’attività attraverso la completa liberazione dai debiti entro un termine massimo di tre anni“. La direttiva si propone dunque di armonizzare il più possibile le procedure di insolvenza, posto che frammentazione legislativa in materia di insolvenza è fonte di incertezza del diritto così rappresentando un limite alla espansione transfrontaliera e riducendo gli investimenti transfrontalieri. L’eccessiva lentezza delle procedure di insolvenza in molti Paesi dell’Unione Europea rappresenta un fattore deterrente per gli investimenti. E´ stato calcolato che in metà dei Paesi dell’Unione le procedure di insolvenza durano dai 2 ai 4 anni.

Attraverso l’uniformazione delle procedure di insolvenza sarà possibile assicurare un migliore funzionamento del Mercato Unico, sia dei beni che dei capitali. In particolare la direttiva si propone di:

  1. ridurre gli ostacoli agli investimenti transfrontalieri derivanti dalla frammentazione legislativa in materia di ristrutturazione ed insolvenza, e aumentare le opportunità di investimento e di lavoro nel mercato interno;
  2. ridurre il numero di liquidazioni inutili di imprese economicamente sostenibili e aumentare le possibilità di ristrutturazioni transfrontaliere nel mercato interno consentendo agli imprenditori di beneficiare di una seconda opportunità, poiché saranno sgravati interamente dai debiti dopo un periodo massimo di 3 anni;
  3. adottare misure mirate affinché gli Stati membri aumentino l’efficienza delle procedure di insolvenza, ristrutturazione così aumentando le opportunità di ripartire per gli imprenditori onesti. Tali misure verranno conseguite riducendo la lunghezza ed i costi eccessivi delle procedure in molti Stati membri.

La proposta è inoltre un passo positivo verso la stabilità finanziaria dell´UE. Attraverso procedure di ristrutturazione efficienti, le imprese saranno in grado di restituire i prestiti alle banche così diminuendo gli elevati livelli di crediti in sofferenza in alcune parti del settore bancario. Ciò consentirà alle banche di erogare maggiori prestiti ai consumatori e alle imprese. Al fine di realizzare gli obiettivi prefissati, la Commissione propone l’istituzione di quadri legislativi armonizzati nel settore della ristrutturazione, prevedendo:

  • L’accesso degli imprenditori in crisi – in particolare nel settore della piccola e media impresa – a strumenti di allerta per individuare il deterioramento degli affari e assicurare la ristrutturazione il più precocemente possibile;
  • L’introduzione di norme flessibili di ristrutturazione preventiva al fine di semplificare i procedimenti giudiziari lunghi, complessi e costosi, attraverso l’eventuale coinvolgimento dei giudici nazionali per salvaguardare gli interessi delle parti interessate;
  • La possibilità per l’imprenditore in crisi di beneficiare di un periodo limitato di tempo di un massimo di quattro mesi della moratoria al fine di favorire eventuali trattative per una ristrutturazione efficace della sua impresa;
  • L’incapacità per i creditori e per gli azionisti di minoranza dissenzienti di bloccare i piani di ristrutturazione. Allo stesso tempo verranno introdotte delle norme per la tutela degli interessi legittimi di questi soggetti;
  • La protezione di nuovi finanziamenti in modo da aumentare le possibilità di una ristrutturazione efficace;
  • La tutela dei diritti dei lavoratori in conformità con la legislazione vigente dell’UE durante le procedure di ristrutturazione preventiva;
  • L’incentivazione della formazione e specializzazione di curatori fallimentari e di giudici nonché dell’uso delle tecnologie al fine di migliorare l’efficacia e la durata delle procedure di insolvenza e di ristrutturazione.

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