Ulteriori passi avanti nella coordinazione dei registri delle imprese a livello europeo, tuttavia rimangono profili di critica
Le imprese si espandono sempre di più oltre i propri confini nazionali ed in particolare si muovono sempre di più all’interno del mercato unico europeo, in quanto questo fornisce una serie di agevolazioni ed opportunità che facilitano i traffici commerciali. Spesso si verifica l’esigenza di una fusione transfrontaliera o di una costituzione di una sede secondaria all’estero, da qui sorge una richiesta sempre crescente di accedere facilmente e a costi contenuti ad informazioni su altre società con sedi in stati membri diversi.
Allo stato attuale le imprese degli stati dell’Unione Europea possono avvalersi dell’EBR (=European Business Register), una rete di registri delle imprese dei singoli stati attraverso la quale possono essere reperite importanti ed ufficiali informazioni sulle imprese di partner commerciali siti in altri stati EU che si basano sulle fonti di informazioni messe a disposizione dai singoli stati con i propri registri nazionali tenuti secondo le norme vigenti rispettivamente in ciascuno Stato. Tale servizio garantisce agli operatori economici un facile e rapido accesso ad informazioni di rilievo economico e giuridico in grado di poter aiutare nelle eventuali scelte della vita commerciale quotidiana, quali l’affidabilità di fornitori e clienti, la recuperabilità di un credito sospeso, l’esistenza di procedure di insolvenza di eventuali debitori e cosi di seguito. Ora sebbene tale rete costituisca già un importante successo negli strumenti di coordinazione tra i paesi EU in quanto in grado di collegare e rendere accessibili i dati di ca. 20 milioni di imprese comunitarie, gli stati europei intendono migliorare ed approfondire tale servizio in funzione della sempre maggiore intensificazione dei traffici commerciali transfrontalieri. Pertanto a seguito della direttiva 2012/17/EU gli Stati europei ambiscono alla costituzione di un sistema di interconnessione tra i registri delle imprese europei più profondo, denominato BRIS (=Business Registers Interconnection System) che renderà possibile la interazione e la comunicazione elettronica tra tutti i registri delle imprese della Unione europea, che potranno in tal modo scambiarsi informazioni sulle sedi estere, succursali e sulle fusioni transfrontaliere di società. Tale sistema di interconnessione tra i Registri delle imprese dovrebbe entrare in vigore entro l’08.06.2017 e si avvale di una “piattaforma centrale europea” cui dovrebbero interfacciarsi i singoli registri nazionali. Tale piattaforma dovrebbe essere in grado di trasmettere le informazioni provenienti da ciascuno dei registri degli stati membri agli altri registri degli stati membri richiedenti, secondo un formato standard e partendo da un dato comune identificativo delle imprese. Novità importante è quindi la previsione di tale identificativo unico (=EUID) che consenta di accertare in modo sicuro le società e le sedi secondarie in altri stati membri permettendo l’individuazione immediata dello Stato membro di provenienza, del registro nazionale di provenienza e del numero di iscrizione ivi tenuto. Tale identificativo, tuttavia, ha solo valenza interna nella comunicazione tra i registri e non dovrebbe essere utilizzato nella corrispondenza e negli ordinativi delle società.
Se è vero quindi che i giudici tedeschi deputati alla tenuta dei registri valutano favorevolmente tale interconnessione perché in grado di aiutare nella risoluzione di problemi pratici relativi alla gestione di informazioni su società straniere qualora si tratti di aprire – per esempio – una succursale in Germania, tuttavia da più parti si sottolineano problemi non indifferenti quali la disponibilità di tali dati informativi unicamente nella lingua di origine. Anche qualora si prevedesse un sistema di traduzione automatica ma non garantita fornita dal portale, non si risolverebbe il problema in quanto tale sistema non sarebbe in grado di garantire i dati ottenuti, che attraverso tale traduzione inevitabilmente perderebbero il loro connotato di ufficialità. Critiche sono state sollevate anche, dai notai tedeschi in relazione alla difficoltà di individuare dati comuni nei diversi registri dei singoli stati. In altri termini il notaio tedesco che sia richiesto di emissione di un certificato di rappresentanza di una società sulla base di un estratto di un registro straniero non sempre avrà vita facile nell’individuazione del corretto soggetto individuato come rappresentante legale della società straniera, in quanto tale dato non emerge in maniera inequivocabile in tutti i dati dei registri europei. Quindi tale sistema di interconnessione è un passo avanti nello spazio economico europeo, ma non è ancora un atto di armonizzazione o ancor di più non crea una banca dati centralizzata a livello europeo. L’istituzione di un registro delle imprese europeo unico rimane ancora un obiettivo.
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